mercoledì 14 dicembre 2011

Coincidenze


Veduta di Ponte Vecchio

Giusto ieri stavo pensando a un periodo della mia vita passata... e proprio del periodo che ho trascorso a Firenze, nei pochi mesi che ho vissuto là. Ripensavo a tutto, a quella vita, a ciò che facevo, alle uscite, agli amici, agli occhi di quella lei... alla vita fiorentina, ai musei, alle strade, all'Arno, allo stupore di fronte a tanta bellezza.
Troppa.
Pensavo a come mi pesava il tutto. Pensavo a come stavo male a Firenze. Troppo bella. E troppo crudele.
Pensavo alle sensazioni che avvertivo mentre camminavo per le sue strade, al sapore di sangue, all'odore di morte, al dolore e alla violenza che mi pareva di sentire percorrendo quei vicoli bellissimi, antichi e tragici.
Pensavo a come non sono riuscito a resistere e a come sia scappato dopo poco tempo. Non ce la facevo, non riuscivo a sostenere il peso di quella città, che è come una donna troppo bella, che sai già che ti farà del male se proverai a fare quel passo in più. Bella e spietata. 
Pericolosa.
La città del Mostro, d'altronde.
Qualcuno ha già scritto che il Mostro non avrebbe potuto aver vita che da quelle parti. Fra quel paesaggio così meraviglioso da sembrare un paradiso, fra quelle colline così belle e invitanti, come le Sirene di Ulisse. In quella città rilucente di uno splendore che abbaglia e uccide.
E mi è venuto in mente il passo di un libro scritto da Mario Spezi: "Dolci colline di sangue". Libro letto qualche anno fa e che narra le vicende, appunto, del Mostro di Firenze. Spezi è fiorentino purosangue ed è uno dei maggiori esperti della tragica vicenda dell'uccisore (o uccisori) di coppiette. 
E, ricordo, leggendo il suo libro mi aveva colpito un passo, tanto da averlo copiato nel mio pc. E ora voglio riportarlo qui. 

"...Firenze, vista da lontano, è la città dell'armonia, la città che aveva rimesso l'Uomo al centro dell'Universo e aveva inventato il Rinascimento. La città dove erano nati i maggiori poeti, filosofi e artisti che avevano celebrato la bellezza femminile con le loro Madonne e quella maschile con i fieri David; la città dell'eleganza, dei palazzi e delle ville adagiate su colline che sono, esse stesse, opere d'arte. Quel suo Mostro sembrava un contrasto clamoroso.
Si dimentica che Firenze era stata una delle città più crudeli della storia, che all'interno delle sue mura erano stati commessi sadici e raffinati delitti, che la morte vi è stata dispensata quasi quotidianamente sui patiboli disposti appena fuori le porte, che gettò il suo potere sulle altre città toscane a costo di feroci eccidi e guerre sanguinose.
L'aristocratica Firenze fatta di così violenti contrasti, l'orgogliosa Firenze alla quale non è mai importato di esser amata, quanto di essere ammirata, temuta, rispettata, era sgomenta e non capiva come avesse potuto generare un Mostro. Né lo capiva chi di essa aveva conservato solo un'immagine sbiadita dal tempo."

Questa la Firenze di Mario Spezi... alla quale non è mai importato di essere amata, quanto di essere ammirata, temuta, rispettata... sì, Firenze è questa. 
Corpi delle persone uccise nella sparatoria
E oggi Firenze ha voluto altro sangue. Per carità, sarebbe potuto succedere in ogni altro posto del mondo; un grave fatto di sangue è accaduto anche a Liegi, oggi. Ma, non so perché, mi ha colpito in modo particolare, anche per il fatto che era proprio ieri che ci pensavo. Pensavo alla violenza, alla morte e a quanta ne ho avvertita camminando per Firenze. Ed è stato uno shock vedere che poche ore dopo il sangue tornava a scorrere per le sue strade, in quel meraviglioso centro che non ha eguali nel mondo. 
Ed è stato uno shock pensare a un povero imbecille che si trasforma in giustiziere di povera gente, "colpevole" soltanto di avere la pelle di un altro colore. Persone... persone che parlano, camminano, ridono, mangiano, sbagliano, amano, tradiscono... come tutte le altre. Persone che da oggi non respirano più. Per colpa di uno come loro, che non ha avuto quel briciolo di cervello necessario per capire che, sia lui che le sue vittime, erano solo persone. 
Persona che sarà stato già idiota di suo, senz'altro, perché il razzismo e la violenza non sono altro che il prodotto più basso della stupidità umana, e che questa sia stata amplificata da certe frequentazioni, che mirano soltanto a indirizzare la rabbia della gente verso chi ha meno. Come solo i vigliacchi sanno fare. Loro e il loro stupido odio senza ragione.
Io spero soltanto che facciano la stessa fine e al più presto possibile. 


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