Oggi ero seduto su un muretto vicino a un centro commerciale e mi stavo gustando una baguette au jambon. Nel parcheggio semivuoto sono arrivati dei ragazzi, probabilmente (anzi, sicuramente, visto l'equipaggiamento) usciti da scuola. Si sono sistemati in una zona deserta, dove non c'erano macchine e in pochi secondi hanno improvvisato un piccolo campo di calcetto. Sono bastati due zaini da una parte e due dall'altra a fungere da pali immaginari. Come sempre. Come abbiamo fatto tutti. Magari in luoghi (senz'altro in tempi) differenti. E' saltato fuori un pallone e quei ragazzi si sono messi a giocare. Che c'è di più bello e rilassante in un gruppo di ragazzi che rincorrono un pallone, che si divertono, che imitano goffamente i loro idoli che calcano palcoscenici più nobili... certo, anche la baguette ha il suo perché ma, per un attimo, ebbene sì... anche per più di un attimo, lo confesso, mi è venuta voglia di saltare da quel muretto e gettarmi a giocare là in mezzo a loro. Per fortuna della mia dignità sono riuscito invece a resistere e, anzi, stavo per allontanarmi quando ho visto due tizi che camminavano verso i ragazzi. Due guardie private, credo... quelli che gironzolano in questi parcheggi per controllare... boh? Chissà poi cosa controllano. Forse che non si avvicinino dei mendicanti a rompere l'inganno del potere del consumo.
Questi due rambo nerovestiti e con passo marziale si sono avvicinati ai ragazzi e li hanno fatti smettere di giocare. A chi davano fastidio? Non c'erano macchine in quel punto. Perché, mi chiedo? Mi è presa una rabbia interiore antica, forte, al limite dell'incontrollabile. Poi ho visto un'altra figura avvicinarsi. Era un uomo con una felpa blu e il cappuccio calato in testa. Si è avvicinato, mani in tasca, poi si è messo a discutere con i due mastini. Non so che si sono detti, ma è stato un attimo. Uno di questi ha cercato di colpirlo, ma il tipo con la felpa non si è fatto fregare e, in un lampo li ha stesi tutti e due. Poi ha alzato il pallone, fatto due palleggi e l'ha restituito ai ragazzi.
No, in realtà non è andata così. Mi sono riscosso da un sogno a occhi aperti. Quel tipo con la felpa blu ero io. Ero io qualche anno fa. La felpa blu ce l'ho ancora e la stavo indossando, ma non ci sono andato là... a dire a quei due stronzi che il loro lavoro non dovrebbe essere quello di cacciare dei ragazzi che giocano a pallone. Che vivono la vita. Ma non ne ho avuto il coraggio e me ne vergogno. Ma non ce la faccio più a cacciarmi in guai ulteriori. Ne ho già anche troppi e per questi devo vivere questa cazzo di esistenza da clandestino.
Ho guardato mestamente i ragazzi allontanarsi, ho messo le mani in tasca e me ne sono andato anch'io. Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio oggi. Non voglio vedere quello che mi rimanderebbe indietro. Anzi, lo so... vedrei la mia immagine che mi mostra il dito medio.
Così come ho voglia di mostrarlo al mondo, in questo momento. Al mondo intero. A tutti voi!
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