Falcone e Borsellino |
Fra pochi mesi in Italia si assisterà a una serie di celebrazioni che, per me, avranno lo stesso sapore che si sente in bocca quando si vomita e subito dopo.
Si celebrerà il ventennale delle morti di Falcone e Borsellino. Politici, militari, mafiosi, piduisti... ci saranno tutti a piangere lacrime di coccodrillo per questi due eroi (sì, così li chiameranno) che si sono sacrificati per il loro Paese. Sentiremo frasi retoriche, false, scritte a tavolino da giovani portaborse che erano dei bambini, quando le bombe della mafia consegnarono lo Stato in mano ai nuovi padroni.
Le facce di plastica mostreranno dolore esterno, ma dentro esulteranno. E Falcone e Borsellino? Sono al loro posto, quello degli eroi. Perché gli eroi sono tutti giovani e belli. E, soprattutto, morti. E da morti non parlano. E, soprattutto, non indagano.
Ho letto la notizia delle dichiarazioni di un colonnello dei carabinieri, il quale ha affermato che Borsellino sapeva. Sapeva che si stava preparando un attentato contro di lui. Sapeva che a breve sarebbe morto. Ma è andato avanti. Fino all'ultimo giorno. E alla fine il botto è arrivato. Borsellino ha raggiunto Falcone. E a cosa è servito il loro sacrificio? A vedere uno stato mafioso prendere il potere, anzi, mantenere il potere, come e più di prima. E' servito a creare un finto sentimento di commozione popolare, a piantare alberi che erano già secchi e ammuffiti prima ancora di mettere il primo fiore. E' servito ad alimentare una finta speranza: che la mafia si potesse combattere. Loro ci hanno provato, hanno perso e hanno perso nel peggiore dei modi: sono morti. E sono morti per un sacco di persone a cui non frega nulla. Fatemi un favore: non fate finta di commuovervi, fra qualche mese, quando inutili parole invaderanno tutti i media in una gara di cui tutti dovrebbero vergognarsi.
L'unica cosa certa è che due grandi uomini (e le loro scorte) sono morti. Il rispetto esigerebbe silenzio. In questo caso più degli altri.
E non facciamo finta di non sapere chi c'era dietro quegli attentati. Avete mai letto un libro giallo? Ecco... di solito la soluzione è la più semplice. Di solito, basta guardare chi è che ci guadagna, dalla morte di qualcuno.
Le risposte ci sono. Gli occhi chiusi anche.
E la retorica è pronta a esplodere in tutta la sua devastante potenza. Come una bomba.
Si celebrerà il ventennale delle morti di Falcone e Borsellino. Politici, militari, mafiosi, piduisti... ci saranno tutti a piangere lacrime di coccodrillo per questi due eroi (sì, così li chiameranno) che si sono sacrificati per il loro Paese. Sentiremo frasi retoriche, false, scritte a tavolino da giovani portaborse che erano dei bambini, quando le bombe della mafia consegnarono lo Stato in mano ai nuovi padroni.
Le facce di plastica mostreranno dolore esterno, ma dentro esulteranno. E Falcone e Borsellino? Sono al loro posto, quello degli eroi. Perché gli eroi sono tutti giovani e belli. E, soprattutto, morti. E da morti non parlano. E, soprattutto, non indagano.
Ho letto la notizia delle dichiarazioni di un colonnello dei carabinieri, il quale ha affermato che Borsellino sapeva. Sapeva che si stava preparando un attentato contro di lui. Sapeva che a breve sarebbe morto. Ma è andato avanti. Fino all'ultimo giorno. E alla fine il botto è arrivato. Borsellino ha raggiunto Falcone. E a cosa è servito il loro sacrificio? A vedere uno stato mafioso prendere il potere, anzi, mantenere il potere, come e più di prima. E' servito a creare un finto sentimento di commozione popolare, a piantare alberi che erano già secchi e ammuffiti prima ancora di mettere il primo fiore. E' servito ad alimentare una finta speranza: che la mafia si potesse combattere. Loro ci hanno provato, hanno perso e hanno perso nel peggiore dei modi: sono morti. E sono morti per un sacco di persone a cui non frega nulla. Fatemi un favore: non fate finta di commuovervi, fra qualche mese, quando inutili parole invaderanno tutti i media in una gara di cui tutti dovrebbero vergognarsi.
L'unica cosa certa è che due grandi uomini (e le loro scorte) sono morti. Il rispetto esigerebbe silenzio. In questo caso più degli altri.
E non facciamo finta di non sapere chi c'era dietro quegli attentati. Avete mai letto un libro giallo? Ecco... di solito la soluzione è la più semplice. Di solito, basta guardare chi è che ci guadagna, dalla morte di qualcuno.
Le risposte ci sono. Gli occhi chiusi anche.
E la retorica è pronta a esplodere in tutta la sua devastante potenza. Come una bomba.
La morte di Falcone e Borsellino,chi la rimpiange sono i veri ITALIANI che credono alla giustizia,e sono contro tutta la mafia la camora,il loro sagrificio non è servito a nulla sia a loro che la scorta.sono stati veramente degli EROI!!!...Non ci scordiamo da chi era comandato Salvatore Giugliano,finche a fatto comodo ai politici di allora dopo lo hanno ucciso!.
RispondiEliminaMi congratulo per l'illuminante, nonché chiaro, nonché grammaticalmente ineccepibile intervento. Direi che è la spiegazione migliore a quanto ho avuto modo di dire.
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