domenica 6 maggio 2012

Europa

Ah, l'Europa... con quel nome che viene dalla mitologia greca, rapita un tempo da Zeus trasformatosi in toro e oggi così bistrattata e vilipesa da animali più prosaici e meno nobili del padre degli dei.
Europa figlia di date ormai empie di sciagura. Vent'anni da quel 1992 in cui fu dato il via al "libero mercato" fra i paesi che vi appartenevano. Sembrava una rivoluzione.
Dieci anni da quel 2002 in cui nacque l'Euro... quella moneta unica che sembrava dovesse essere il LA per la creazione di qualcosa di forte, di importante, di bello. Anche quella sembrava una rivoluzione.
Ma in realtà non è successo niente. Rimane l'Europa di sempre.
Europa martoriata da secoli e secoli di guerre, fra popoli desiderosi solo di imporsi sugli altri.
Europa insanguinata, percorsa da eserciti e da invasioni. Europa il cui territorio è stato grovierato da bombe e proiettili. Da soldati caduti.
Europa, che un giorno, qualcuno ha pensato potesse essere unita.
Ma l'Europa non è unita... non è l'unità di cui aveva bisogno. Questa Europa l'hanno fatta i banchieri, gli speculatori, gli squali del profitto.
Europa commerciale senza anima, costruita sulle spalle di milioni di lavoratori. Europa mai unità di popoli e di culture, ma solo di carta moneta.
Europa inutile.
Europa così bella e così disgraziata.
In balìa di personaggi grigi che hanno a cuore solo l'andamento degli indici di borsa.
L'Europa che conosco io è diversa. E' un'Europa colorata, fatta di deserti e spiagge, di boschi e montagne, di pianure, fiumi, laghi, città, arte, cultura, sorrisi e divertimento. E' l'Europa collegata da strade che significano, queste sì, unità. Europa collegata da un sorriso, da una storia d'amore fra ragazzi che parlano lingue diverse. Questa è la MIA Europa. Quella che percorro tutti i giorni, passando da un paese all'altro, parlando con la gente, mangiando i cibi preparati dalle signore che intendono la cucina come un piacere e non un business. L'Europa da passeggiare, pedalare, guidare. L'Europa che mi fa sentire europeo. L'Europa in cui vivo e che vivo... da Clandestino.
Perché, in realtà, la mia non è la vera Europa.
Esiste solo l'Europa dei banchieri e, a pensarci bene, non esiste nemmeno quella. Però a essa tutti si aggrappano... eppure non esiste ed è un aggrapparsi al niente.
La mia Europa non esiste per loro, non esiste per voi. Continuate ad alzare la baionetta che avete nel cervello. Continuerò a camminare per l'Europa... la MIA Europa. Come un disertore, come un clandestino. Ma vivendola... così come merita. E con la voglia di trasformarmi in un toro, rapirla e portarla via. Per farci l'amore, così come si può fare con la donna che si ama, di quell'amore unico, profondo, da perdere la testa.
Salvo rendersi conto, però, che la mano e i desideri di qualcun, con le tasche piene di soldi, hanno trasformato in puttana.
Pardòn... oggi si dice escort. Forse sarebbe il caso di cambiare il nome di questo continente.

2 commenti:

  1. Bellissima riflessione e purtroppo molto vera !

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  2. Non so se bellissima, sicuramente, temo, piuttosto vera, sì.

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