giovedì 1 marzo 2012

Ciao Lucio

Forse non occorrerebbe aggiungere altro. La morte esige il silenzio, ma, a pensarci bene, anche il ricordo.
Di Lucio Dalla ne stanno già parlando tutti i media. Continueranno a farlo. Diranno tutto quello che c'è da dire. Esalteranno la sua grande qualità artistica, metteranno in onda decine e decine di quelle splendide canzoni che ci ha regalato.

Lucio Dalla non c'è più. Quando se ne va un personaggio famoso, un cantante come lui, un uomo che ha scritto tante pagine importanti della canzone, della cultura, la tristezza cala come un sipario sugli occhi di ognuno e si insinua nella mente, nel cuore. Insomma, ci si sente un po' più poveri dentro. E poco importa quanto si conoscesse l'artista in questione, quante volte abbiamo ascoltato le sue canzoni, quanto ci hanno tenuto compagnia. Sappiamo che c'erano e sappiamo che, in qualche modo, qualcuna di loro è stata per noi importante.



Pensandoci bene potremmo chiederci: "ma perché ho questo groppo in gola?" Dopotutto cosa cambia? Lucio Dalla è morto oggi, ma per chi non lo frequentava o non ascoltava con continuità le sue canzoni, in effetti avrebbe potuto esserlo già da tempo. O non morire mai e nemmeno accorgersi di questo.
Il dolore scaturisce da quello che si sente dentro. Allora parte la macchina dei ricordi. Una macchina del tempo che riporta all'indietro e allora ti vengono come dei flash in testa. E ripensi che c'era anche lui in tanti momenti importanti. Ripensi a quella volta che facevi l'amore in macchina e pensavi fosse qualcosa di eterno. E in quella cassetta che girava c'era anche la musica di "Anna e Marco" e allora anche lui fa parte di quell'amore eterno che scambiavi con lei. Oppure a quel viaggio con due soldi in tasca, una macchina scassata, bottiglie di birra in giro sui tappetini, alloggi di fortuna e tutto il resto. E anche in quella cassetta, magari c'era "Futura". E tu sognavi il futuro e lo facevi anche insieme a lui.
Ecco... questo è il legame che c'è fra te e Lucio Dalla. Ed è un legame eterno, indissolubile e per questo fragile. Come la vita umana che si spezza in un attimo lasciando spazio solo ai ricordi. Ma solo a chi resta.
E poi ti metti a immaginare. E pensi che, il prossimo capodanno, in quei giorni, in quel giorno, ti ritroverai, come tutti gli anni, a canticchiare "L'anno che verrà" ma stavolta non sarà la stessa cosa. E quando stonerai orribilmente il "caro amico ti scrivo..." allungando un po' quella i di scrivo, penserai a un caro amico in più che non c'è più.
E un anno nuovo verrà.
Ciao Lucio...



2 commenti:

  1. Preghimo che l'anima di LUCIO sia in pace ... Lucio , per me , resta una cicatrice nella mia vita che non si scordira mai di lui ; quando nel 26 di settembre del 1980 arrivo in Italia per motivo di studio .. e comincio a studiare la lingua italiana a Pirugia dove c'e' l'universita' italiana per gli stranieri .. ed allora ascoltavamo le canzoni di LUCIO che moralmente mi piacevano senza capire neanche le parole .. il fatto che mi impediva di saberle a memoria e cercare il significato delle parole nel dizionario e cosi' era il motivo per arrecchire il mio vocabolario personale ... ERA UNA COSA STRAORDINARIA ED UNA DELLE COSE CHE NON SI DIMENTICANO MAI ... LUCIO, rimarrai vivo finche' i'italiano si parla e non ci scordiremo mai di te perche' sei GRANDE ed ascoltato dappertutto .. ( I NOSTRI CONDOGLIANZE A TUTTI GL'ITALIANI dalla GIORDANIA ) .


    ALGHZAWI ADNAN (GIORDANIA)

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  2. E' una bella testimonianza, caro Alghzawi. Grazie di averla raccontata. La musica, dopotutto è un qualcosa che (per fortuna) unisce. Ce ne vuole tanta... sempre di più.
    Un saluto a te e al tuo splendido paese.

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