martedì 5 giugno 2012

IL FESTIVAL DELLA CRISI

C'è festival e festival. Questo termine, legato nella memoria alla canzonettistica Sanremo, assume giorno dopo giorno connotati sempre più ampi e variegati.
Leggo di un certo "Festival dell'Economia" che si è tenuto a Trento, dove il ministro Passera ha brillantemente riassunto il momento dicendo che in Italia 28 milioni di persone vivono la crisi.
Festival dell'Economia. Gli economisti salgono sul palco e presentano al pubblico la loro ricetta anticrisi? C'è un presentatore affiancato da due vallette a condurre le serate? Ci sono ospiti d'onore? (Sì... il ministro Passera, per esempio). E poi? Vengono votate le proposte e quella che ottiene più consensi vince il festival?
E dopo? C'è pure la hit parade economica in cui si confrontano la proposta vincitrice (che, ovviamente, non sarà quella che otterrà i maggiori consensi dal pubblico, come accade per i vincitori di Sanremo) e le altre sconfitte?
E ancora... potremo utilizzarle così come si ascoltano le canzoni? Cercare quella più affine a noi?
Festival dell'Economia... sembra tutto un gioco, messo lì con la leggerezza delle canzonette sanremesi.
Avete fatto bene a chiamarlo Festival. Dopotutto viviamo in una sorta di baraccone e sul palco ci vanno quelli più scarsi. Ma il pubblico è lì... esattamente come per il Festival di Sanremo, che non piace a nessuno ma guardano tutti. Tutti lì... davanti alla tv a farsi rimbambire dalla non musica e dalla non economia. Davanti ai mediocri.
E intanto, caro ministro... lei cosa direbbe a quei 28 milioni che, secondo lei, vivono la crisi?
Ma sì... diamo un po' di fiori, di rose, di balletti... magari di farfalline, quelle non fanno mai male.
Tanto c'è chi si accontenta... e si sa, chi si accontenta... gode.



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