"E' mestiere che entra nel sangue!" Così dicevano i vecchi a noi ragazzi quando ci facevamo male aiutandoli in certi lavoretti. Un taglio, una martellata, una infilzata, insomma, quei piccoli incidenti dovuti alla distrazione, alla poca pratica... cose da poco ma che sembravano enormi. Mestiere che entra nel sangue, dicevano i vecchi. Seguito da un "non ti preoccupare" quando invece ti preoccupavi, sì, eccome se lo facevi. Magari pensavi di prendere un'infezione, oppure che per poco non ti portavi via un dito, insomma... eri preoccupato ma la volta dopo ci stavi attento.
Mestiere che entra nel sangue. Chi come mestiere sceglie quello delle armi non dovrebbe avere paura delle conseguenze a seguito della sua scelta.
Certo, fare il ragioniere non comporta molti rischi, al massimo una sofferenza e uno stress dei muscoli del braccio o del polso. Se decidi di girare il mondo con il fucile sottobraccio ci può stare che quel fucile tu lo debba usare o che ti tocchi fare da bersaglio a chi ha scelto il tuo stesso mestiere ma ha la divisa di un altro colore.
E se sei tu a usarlo devi anche accettarne le conseguenze. E' mestiere che entra nel sangue.
La vicenda dei militari in India è ben nota e non voglio fare la cronaca degli avvenimenti.
Non voglio nemmeno entrare nel merito di quanto hanno fatto i due militari. Hanno sparato e ucciso. Questo è un fatto. Il come e il perché verrà stabilito da chi di dovere. Spero in autonomia e senza pregiudizi.
Quello che mi colpisce è il tono della querelle diplomatica. Ci si litiga su un pezzo di mare. "Erano in acque internazionali" dice la diplomazia italiana. "No, territoriali" dice quella indiana.
Hanno fatto il loro dovere o sono due assassini? Ognuno tira acqua al suo mulino, ma alla fine, la cosa più importante e che mi sembra sia stata dimenticata è la solita, in questi casi: la vita umana. Due persone sono morte. Erano uomini, non numeri.
Cari diplomatici italiani e indiani, prima di accapigliarvi su cavilli e centimetri di acqua almeno pensateci per un attimo: due persone sono morte. Almeno, un po' di rispetto.
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