Sono stato tante volte a Toulouse negli anni scorsi. Per un certo periodo ci ho vissuto e lavorato. Credo anche vagamente di ricordare l'istituto Ozar Hatora, dove questa mattina un "pazzo" ha ucciso.
Ucciso bambini.
Lasciamo stare la cronaca che c'è già chi ci pensa per lavoro.
Scuola Ozar Hatora a Tolosa |
Penso a quei momenti, al terrore, alla follia che prende il sopravvento, agli occhi sbarrati di questi ragazzi, a quell'ultimo pensiero che può aver attraversato la mente di chi stava per andarsene per sempre.
Siamo abituati alla violenza, diciamo la verità. Di solito è una scarica elettrica che ci attraversa la coscienza per un attimo senza lasciare tracce evidenti. E poi si riparte... e via, verso nuove avventure: lamentarci della nostra vita.
Quando la violenza si riversa su dei bambini la scarica elettrica è più forte, però. Più intensa. Più sdegnante. Stamani alcune giovani vite (e non solo giovani, da quello che leggo) sono state stroncate da un "pazzo".
"Pazzo".
Uso le virgolette, non so che altro usare. Pazzo sembra essere il passepartout, il tana-libera-tutti con il quale si dà una sorta di giustificazione a quanto accaduto.
Pazzo.
Pazzo antisemita, si comincia a leggere.
Già, perché era una scuola ebraica, quindi il calderone si arricchisce di tutta quella schifosa faccenda che va avanti ormai da decenni senza che nessuno ci voglia mettere realmente bocca.
Perché c'è qualcosa che conta di più delle vite umane.
E che lo dico a fare? Lo sappiamo bene cos'è.
E allora non conta più se i morti sono ebrei, sono palestinesi, sono bambini, sono adulti, sono donne, sono uomini...insomma, alla fine chi sono?
Sono vite stroncate. Stroncate da una follia che trova terreno fertile in quell'altra follia, quella sì grossa, enorme, del potere.
Al quale tutto si piega, anche le vite di ragazzi che stamani avevano soltanto voglia di iniziare un'altra settimana, di ridere, di divertirsi, di preoccuparsi per un brutto voto. Di far scorrere quella vita che invece oggi è stata loro negata.
E ora partiranno i grandi pensatori, i grandi filosofi, i grandi politici, ognuno con le proprie verità in tasca.
I filo palestinesi diranno che tutto sommato là in quella terra di bambini ne muoiono tanti e che questa è una conseguenza della violenza israeliana.
I filo israeliani diranno l'esatto contrario.
I maestri del pensiero, di qualunque esso si tratti, daranno sfoggio di sofismo e di grande capacità dialettica senza riuscire a dire un cazzo.
E tutto per non voler ammettere che la violenza, la follia, nasce dall'alto. Dal potere. Dal denaro. Dagli interessi sudici di poche persone.
Senza voler ammettere che siamo tutti in una scatola, come dei corn flakes... in attesa di finire in una tazza di caffelatte.
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