Nella vita si soffre, si sa. E la sofferenza non c'è nemmeno da andarsela a cercare, spesso e volentieri viene da sè, non bussa, non chiede il permesso.
Spesso è provocata.
Spesso lo è in maniera gratuita e spietata.
A volte lo è soltanto perché si nasce donna.
In questi anni "moderni" ci sono ancora paesi dove vengono praticate infibulazione e mutilazioni su centinaia di migliaia di bambine. Sono numeri impressionanti, che provocano, fra l'altro la morte di molte di queste ragazzine, "colpevoli" soltanto di essere nate donne.
Una pratica barbara, che non voglio nemmeno sapere in quali radici affonda la sua perfida finta origine culturale. Una pratica che circa 2 milioni di donne subiscono ogni anno. Più di diecimila muoiono. Alle altre è data una vita in cui non potranno avere nessun godimento dall'atto sessuale, questo ad appannaggio solo dell'uomo.
Una pratica da abbattere, non importa se è una tradizione.
Una pratica che le donne per prime si devono rifiutare. Perché spesso sono le mamme a praticare queste mutilazioni sulle figlie.
Una pratica che dimostra la bestialità dell'essere umano... anzi, no, le bestie non mutilano i genitali ai loro cuccioli per "cultura". Non lo fanno.
Noi sì.
E... care femministe occidentali sui vostri tacchi a spillo e con le tette rifatte... magari mentre vi battete così tanto per le quote rosa utili a portare mignotte in politica, cercate un po' di pensare anche alle donne che soffrono. Che vengono umiliate. Che vengono private della loro più grande dote: essere donne.
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