mercoledì 14 marzo 2012

Corsi e ricorsi

"Cricca" "Casta" "Furbetti del quartierino" e chi più ne ha più ne metta. Al momento non ne ricordo altre e  non ne voglio nemmeno ricordare. Definizioni che si succedono l'una all'altra, si intrecciano, qualche volta. Definizioni che stanno a indicare un certo tipo di gente.
Che sono sempre gli stessi. Anzi... è sempre lo stesso. Come se fossero fatti con lo stampino. Sono tutti uguali: hanno lo stesso tipo di taglio di capelli (quando ci sono) lo stesso sorriso che vorrebbe essere rassicurante (personalmente mi fa più paura di quello di Freddy Kruger), lo stesso vestito, le stesse cravatte, la stessa faccia di culo che ti prende per il culo.

Sono ricchi, fanno una vita sopra le righe, frequentano strafighe che muoiono per loro, nonostante siano anche brutti. E queste figone che vedi nelle loro pellicce, a simulare sorrisi e felicità, oltre chissà a cos'altro sotto le coperte. Ma innamorate. Innamoratissime. Coppie bellissime e sorridenti. E che poi, magari, quando il tizio in questione finisce in rovina per aver osato troppo anche per uno come lui, le vedi con quello sguardo contrito che dicono (con molta tristezza): "Ma io non mi ero accorta di niente." E se ne vanno avvolgendosi nella loro pelliccia che è costata magari il sangue e la dignità di qualcuno che non può nemmeno permettersi una pizza fuori.
E questi tizi qua, molto simpatici, che maneggiano soldi da mattina a sera, che sfoggiano tutta la loro ricchezza, che parlano e non sanno mettere in fila un discorso di senso compiuto. Dei perfetti imbecilli, incapaci persino di legarsi le scarpe. Ma spietati.
Cinici.
Spietati.
Senza vergogna di colpire per primi e alle spalle.
Perché è così che si arriva in alto. E' così che ci si guadagna il rispetto della gente, il rispetto delle banche, il rispetto delle troie e qualche copertina sui giornali.
Sono così perché sono stupidi. E il mondo... da che mondo è mondo... è degli stupidi.
Ma spietati.


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