martedì 13 marzo 2012

Qua e là si muore


Si muore un po' dappertutto e per svariati motivi. Si muore per lavoro, si muore per protesta, si muore per malattia, si muore per povertà, si muore per catastrofi, si muore per guerre...
In Siria, per esempio, si muore per guerra. E si muore parecchio, per questa guerra interna (chissà se ancora qualcuno la chiama "guerra civile" magnifico esempio di ossimoro che spiega più di qualsiasi vocabolario il significato di questa parola) che dura ormai da circa un anno.
E, come al solito, si fa il balletto di cifre. Chi dice ottomila, chi dice novemila... tanto, mille in più o in meno cosa sono? Sono uomini, donne... più o meno giovani, più o meno vecchi, più o meno bambini.
Sono persone.
Persone che lavorano, che pregano, che amano, che ridono e piangono, che mangiano, che soffrono.
E che muoiono.
Così... muoiono perché non si sa. Perché non si sa mai nè quando né perché si muore.
Loro muoiono perché un dittatore non vuole lasciare la sua poltrona. Muoiono perché qualcun altro ambisce a quella poltrona.
Muoiono per il potere.
Magari pensando di morire per la libertà.
Parolaccia, la libertà... un altro ossimoro, ma stavolta senza bisogno del termine contrapposto.
Libertà. Ossimoro in se stessa.
Intanto in Siria si muore.
E l'Onu pensa a "proposte concrete".
Se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere.



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