lunedì 30 aprile 2012

IL PAESE DELLE FARFALLE

In un paese dove tutto o quasi va a rotoli, dove ogni giorno decine e decine di persone perdono il lavoro, dove piccoli imprenditori si suicidano oppressi dai debiti, dove il potere dei salari è pari a quello di un due di picche, pare che l'unica notizia degna di nota sia l'incidente in scooter che ha coinvolto Belèn e il suo nuovo fidanzato.
Prime pagine di giornali, il web sottosopra per questa notizia di vitale importanza, tutti preoccupati per i cerotti che coprono alcuni centimetri di pelle della bella show-girl.
Poi... del resto cosa importa? Bisogna pur parlare di qualcosa e pare che la ragazza in questione riesca a far parlare di sè in ogni momento.
Che mostri farfalline inguinali, che abbia un piccolo incidente in motorino, che cambi il fidanzato... tutto ruota intorno a questo.
Dopotutto... non è mica importante che il paese intero attraversi una crisi epocale, chi se ne frega?
Preoccupiamoci per Belèn e per il suo nuovo fidanzato.
La farfallina ne sarà lieta.
Svolazzerà leggiadra intorno ai nostri cervelli.
Sorridente.
Felice.
D'altronde le farfalle hanno vita breve, ma quel poco che durano sanno farsi apprezzare.
Il resto... è poca cosa.

domenica 29 aprile 2012

E COSI' GIUNTI AL BIVIO...

Ci si avvicina al primo maggio, un tempo la festa dei lavoratori.
Un tempo... visto che oggi di lavoratori ce ne sono sempre meno e anche per loro c'è ben poco da festeggiare. Stiamo esondando dal barile pieno di liquame. Chi ha ancora fiato cerca di restare a galla, ma piano piano c'è la quasi certezza di andare a finire di fuori. E trasformarsi in uno sporco rigagnolo che scorre lento verso le fogne.
Questo è il mondo che ci hanno dato.
Questo è il mondo che abbiamo voluto.
Questo è il mondo che abbiamo cercato.
Ce n'erano altri possibili, ci sono stati dei bivi da prendere in considerazione quando ci sono stati posti davanti. Erano strade oscure, dove non si vedeva il percorso, ma erano forse strade più sicure. Ci siamo fatti abbagliare dai lampioni, senza pensare che, dopo quel bel viale che ci trovavamo davanti, ci poteva essere un baratro.
E allora... via per la strada (apparentemente) più facile. E poi, quando si arriva sullo strapiombo la velocità è ormai troppo alta e non si fa in tempo a fermarsi.
Ma poi... fermarsi per andare dove? Indietro non si torna. Indietro è stata fatta terra bruciata.
Solo avanti si può andare.
E avanti c'è il burrone.
Pronti? State per caderci tutti... preparatevi al gran salto.
E la prossima volta... vabè, inutile dirlo... se ci sarà una prossima volta prenderete ancora la via (apparentemente) più facile, quella con i lampioni e le vetrine. Una via oscura che attraversa il bosco, anche se è quella giusta, fa paura.
Un po' come la vita.
Ma lì, almeno, non ci sono alternative.


venerdì 27 aprile 2012

IL GIORNO DOPO

Ce l'ho fatta!
Il 25 aprile è passato e sono riuscito a non scrivere (e nemmeno a pensare) di liberazione, antifascismo, manifestazioni, presenti e assenti e via discorrendo.
Sono riuscito a non seguire quello che può essere successo ieri: i discorsi fatti con lo stampino, le polemiche, le contestazioni, gli interventi dei vari Presidenti ecc.ecc.
Sono riuscito a evitare la tentazione di dare un'occhiata ai video che sicuramente saranno stati girati nelle varie piazze.
Sono riuscito a evitare la tentazione di sbirciare quale altra grandiosa e pungente provocazione avrà deciso di far scendere dalla sua paradisiaca e sferzante penna il simpatico revisionista Giampaolo Pansa (ammesso che abbia ancora tempo e voglia di scrivere di queste cose).
Sono riuscito persino a dormire senza sognare partigiani che scendono dalle colline vittoriosi e felici.
Sono riuscito, insomma, a passare una giornata normale, anche perché, vivendo fuori dall'Italia, ho passato una giornata come tante.
Non di festa.
Ma era il 25 aprile.
Questo lo ricordo.
Questo l'ho ricordato.
Ma ho fatto finta di non ricordarmene, per un giorno.
Un giorno come tutti gli altri, appunto.
E oggi che è il 26 me ne ricordo e voglio ricordarmente per gli altri 363 giorni dell'anno. Escluso uno.
Il 25 aprile, appunto.
In un'Italia liberata ma non libera (oppure libera ma non liberata? In fondo non l'ho mica capito...) dove la memoria è sempre subordinata a un presente di eterno stallo, dove si fa sempre più difficile, giorno dopo giorno, anche l'esercizio quotidiano della vita, parlare di liberazione mi pare un sofismo paradossale.
La liberazione c'è stata, sì... e sono passati tanti anni. E di carceri ne abbiamo subite altre, sicuramente meno pesanti e meno umilianti. Ma sempre carceri sono.
In fondo siamo un popolo a cui piace vestire a righe e guardare il sole a scacchi.
Siamo passati dalla condanna a morte all'ergastolo. Forse ci va bene così, dopotutto... domani è un altro giorno e, soprattutto, qualcuno a portare un piatto di minestra arriverà.
O forse no... ma l'importante è che la tv resti sempre accesa. I sorrisi rassicurano.
Più di una liberazione.

martedì 24 aprile 2012

LO SPILLO DELLA STUPIDITA'

Cosa può scattare nel (effettivamente scarso) cervello di una donna di 40 anni che si fa riprendere mentre con i tacchi a spillo  si diverte a schiacciare, a torturare, a uccidere... pulcini, conigli e altri animaletti?
Cosa può scattare in quel (effettivamente molto scarso) cervello, quando si fa riprendere seminuda mentre esegue quelle sevizie?
E cosa può scattare in quel (effettivamente abbondantemente scarso) cervello, nel diffondere quelle immagini attraverso la rete?
Eppure leggo di questa donna, questa madre, appena condannata a una pena pecunaria per gli episodi di tortura, sevizia e morte, su quegli animali.
Quale eccitazione può dare il gesto di schiacciare un pulcino con i tacchi a spillo? E quale altra eccitazione può scattare, il fatto di rivedersi e, addirittura, condividere con il mondo questa "simpatica" attività?
Si farà presto a dire che è una mente malata, una cretina, una criminale... tutto quello che le brave coscienze possono tirare fuori in questi casi. Ma è la realtà vera ciò che sfugge. Non è un caso isolato, se ne sente parlare spesso di questi fenomeni che immortalano e "mondovisionizzano" le loro eroiche imprese, quasi a darsi un senso di onnipotenza (l'uccisione) e di immortalità (la diffusione sul web).
Siamo arrivati a questo punto.
San Andy Warhol impallidirebbe... altro che quarto d'ora di celebrità.
Quarto d'ora di stupidità. Oggi è aperto a tutti. E cosa non si farebbe per goderselo.
In un mondo dominato dall'apparire, dallo stupire, dal trasgredire... dal voyeurismo, megli farsi vedere, no? E non importa come. Anzi... peggio è, meglio è.
Ché tanto ci stiamo abituando a tutto.
In una società dominata da un enorme carnevale fatto di lucida malignità e dalla malsana idea di dover essere protagonisti a tutti i costi, ogni caduta è concessa. E poco importa se quel minimo di senso del gusto e della sobrietà se n'è andato a puttane... pardon... a escort.
Apparire, mostrarsi, provocare schifo e indignazione.
Questi sono i nuovi diktat a cui bisogna attenersi.
Per essere "à la page".
Forza, su'... provate anche voi... oggi per fare una ripresa serve poco... ancor meno per apparire in tutto il mondo.
Il quarto d'ora di imbecillità c'è per tutti... miliardi di occhi sono in attesa. Rimboccatevi le maniche.
Ma i tacchi a spillo sono già stati usati... ci vogliono altre idee.
Sicuramente non mancheranno.


domenica 22 aprile 2012

PANEM ET CIRCENSES

In principio fu "La Casta", il best seller di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, libro\inchiesta\denuncia sugli sprechi e gli ingiustificati (e schifosi) privilegi della classe politica italiana.
Mi sono letteralmente imbattuto in questo libro, stamattina, inciampandoci mentre tentavo di alzarmi dal letto. Allora mi sono chiesto: ma quanti anni sono passati da quando è uscito?
Data di uscita sul mercato: 2 maggio 2007.
5 anni.
Fra pochi giorni saranno 5 anni.
E dov'è finita l'indignazione che suscitò questo libro al momento della sua uscita e, anche e soprattutto, nei tempi a seguire? Cosa è successo nella mente degli italiani, così incazzati da voler fare piazza pulita dei privilegi e dei privilegiati?
Ma, soprattutto, a cosa è servito essere informati sulle nequizie della "casta" politica italiana e di tutto coloro che le gira attorno?
Cosa è cambiato?
Cinque anni dalla pubblicazione del libro e ancora ci si continua a sciacquare la bocca con parole inutili e con inutili denunce. Le parole non servono a niente se non sono seguite dai fatti.
Nella realtà la classe politica si è ancora di più rafforzata e stretta attorno a se stessa, utilizzando al meglio il vecchio detto: "Se non puoi batterli unisciti a loro". Ora... fermo restando che possono battere chiunque, la perversa idea di unirsi a "loro" (noi, voi) è stata geniale.
  
Cosa è successo da allora? Che i politici (la simpatica Santanchè in primis) hanno cominciato ad andare in tv a denunciare gli sprechi della casta. Della casta.
Della casta!
Loro lo fanno.
Come se non ci fossero dentro. Per far capire ai propri elettori che la casta sono gli altri, sono quelli avversari. E gli avversari fanno lo stesso.
E qual è il risultato?
Milioni di beccaccioni che prendono tutto come oro colato e stanno lì, a farsi riempire la bocca di cazzate e di sofismi, e magari a pensare: "eh sì, è vero... sono gli altri a rubare, i nostri sono onesti".
E cosa succede a pensare così?
Che tutti diventano onesti.
Che "casta" è una parola che perde di significato.
Che non cambia nulla.
Che i libri non servono.
Le parole non servono.
E non servono nemmeno i fatti.
A voi non serve niente... solo di stare lì nel nido con il becco aperto ad aspettare la mammina che porti il verme per riempirsi lo stomaco.
Casta.
Casta...
Indignazione...
Ma quale indignazione! Ma quale casta!
Oggi è domenica... c'è il campionato... quello sì è importante.
Altro che casta!
Panem et circenses...
Amen!


venerdì 20 aprile 2012

QUELLO CHE FORMIGONI NON DICE

Anche un Clandestino può porre domande, soprattutto se sono domande poste da altri e non deve fare altro che copiarle e incollarle. Come faccio in questo caso, accogliendo la richiesta dell'amico\lettore Paolo, che mi invia alcune domande che girano per il web alle quali il simpatico governatore della Lombardia ha (per ora) eluso qualsiasi risposta.
Magari, per gioco, una risposta potremmo provare a darla tutti e forse sarebbe più vicina alla verità di quanto non potrebbe fare l'interessato stesso (sempre ammesso che abbia tempo e voglia di soddisfare la curiosità di chi ha posto i seguenti quesiti, naturalmente).

Le risposte che Formigoni non ha dato
  1. Dalle carte dell'inchiesta sulla Fondazione Maugeri emergono le ricevute di pagamenti effettuati da Pierangelo Daccò in favore del governatore lombardo Roberto Formigoni e di alcuni suoi congiunti in occasione di un viaggio nel periodo di Capodanno 2009. Il governatore Formigoni è in grado di dire se prese parte a questa vacanza e chi erano gli altri partecipanti?
  2. Formigoni ha sostenuto di trascorrere, da molti decenni, periodi di vacanza in gruppo. E che il sistema prevede anticipi da parte dei singoli e, a fine vacanza, i calcoli e il conguaglio delle spese. E' ciò che avvenne anche in quella vacanza del Capodanno 2009?
  3. Ci sono altre vacanze di questo tipo che il governatore della Lombardia ha fatto insieme con i suoi amici?
  4. Il governatore Formigoni ha annunciato che avrebbe effettuato verifiche sui conti di quella vacanza. E' in grado di fornire i dettagli? E soprattutto è in grado di mostrare le ricevute dei pagamenti sostenuti e dei conguagli eventualmente versati?
  5. Ricevere regali da amici non è reato, dice Formigoni. Ma se questi amici, per loro stessa ammissione, rappresentano presso l'istituzione Regione Lombardia gli interessi legittimi di gruppi privati o fanno direttamente affari con la Regione, ricevere regali da loro è lecito e opportuno?
  6. Il governatore Formigoni ha sempre guardato con attenzione a quanto avviene nelle altre democrazie europee. Dove ci sono capi di Stato che si sono dimessi per un prestito a tasso agevolato, per esempio, o ministri che si fanno da parte per una tesi di laurea copiata. Lui ha mai pensato di fare altrettanto?
  7. Formigoni ha avuto per alcuni giornalisti frasi offensive. Non crede il governatore che la stampa abbia il compito di fare queste domande e lui di dare delle risposte?


mercoledì 18 aprile 2012

UN PO' DI SILENZIO PER FAVORE

Quello che manca al mondo è un poco di silenzio.
E' la prima strofa di una bellissima canzone di Ivano Fossati.
Vero.
Verissimo.
Tutti parlano, tutti urlano, tutti sbattono in faccia al prossimo la propria verità, senza (spesso) avere la più pallida idea di quello che dicono.
Parlano tutti e a voce alta.
Parlano e urlano i politici.
Gli imprenditori.
Gli sportivi.
I contestatori.
Coloro che contestano i contestatori.
I personaggi televisivi.
Si urla alla radio, in tv, nelle piazze, nelle case.
Silenzio.
E fate un po' di silenzio, per cortesia.
Cosa cazzo avete da urlare? Cosa cazzo avete da parlare? Cosa cazzo avete da dire?
Niente.
Non avete niente da dire, se non banali luoghi comuni.
Un po' di silenzio, per favore, invece di aggrapparsi a parole vuote, inconsistenti, registrate.
Aggettivi abusati, sostantivi ormai privi di significato.
Verbi più inutili di una ruota quadrata.
E chi parla di più è chi comanda di più.
Per ingannare, per abbindolare con sofismi calcolati l'immenso e addormentato uditorio.
E parlano, parlano, parlano...
E parlate, parlate, parlate...
Un po' di silenzio. Ve ne sarete grati.


martedì 17 aprile 2012

CRISI, VELENI & BELLA VITA

Se la vita è un film, qualcuno comincia a crederci anche troppo. Leggo della morte di un farmacista, a Milano, a causa di un conoscente, il quale gli ha versato del cianuro in un aperitivo. Motivo dell'assassinio? Un debito di 270mila euro che il signore in questione aveva nei confronti del farmacista e che non riusciva a restituire.
E allora che si fa?
Ci si trasforma in un personaggio uscito da un giallo di Agatha Christie, si studia un piano infallibile (tanto Poirot, tutto sommato, non esiste mica... e chi ci prende mai?) si versa del cianuro (qui è evidente l'astuzia quasi mefistofelica, essendo il veleno l'arma preferita dalle donne, sembra quasi voler indicare un cherchez la femme) in un Crodino e si porta all'ignaro creditore.
Et voilà.
La vita è semplice.
Si spende e si spande? Allora si contraggono debiti. Tanto, prima o poi, l'albero dei soldi tornerà a buttare no? Non torna a  buttare? Ma sì... facciamo altri debiti su debiti, tanto non può mica durare a lungo questo periodo di vacche magre no? E poi... perché rinunciare alla bella vita, alle abitudini costose, alle spese liete e felici? Perché rinunciare a oggetti plusvalutati e inutili? Perché accontentarsi di una vita sobria? Ma no... facciamo debiti e continuiamo la bella vita. Tanto prima o poi qualcuno ci penserà.
Non so se è il caso in questione, non avendo approfondito. Potrebbe essere e potrebbe non essere. Sicuramente ce ne sono a migliaia di casi del genere. Dove la protervia e l'arroganza dovuta al possesso di denaro fanno sì che non si possa accettare di fare un passo indietro, di vivere una vita più vera e meno lussuosa, di aprire gli occhi sul mondo reale invece di tenerli chiusi in uno virtuale fatto di lustrini e amene lussuosità.
Mi chiedo come sia possibile che un uomo debitore di una cifra così alta sia in rapporti amichevoli con il suo creditore tanto da portargli l'aperitivo, che fa supporre chiacchiere come due vecchi amici.
Mi chiedo questa e tante altre cose, nel leggere una notizia del genere, che mi fa pensare che siamo solo all'inizio. Che nei prossimi tempi dovremo leggerne altre, di cose del genere. E che, come al solito, ci scivoleranno addosso senza lasciare traccia. Senza pensare che in questo mondo ci viviamo tutti.
E spesso... al di sopra delle nostre possibilità.
Delle vostre.
State attenti... e se proprio dovete scegliere la strada delittuosa... non leggete i romanzi gialli. Là è molto più semplice. La carta non è vita.
I debiti sì.


venerdì 13 aprile 2012

Desaparecidos

Ci sono facce che per un periodo vedi ovunque. Presenzialisti del tutto... li vedi in tv a qualsiasi trasmissione, seria o faceta che sia.
Presentano libri, programmi, sfilate, si fanno vedere in tribuna d'onore alle partite di calcio, urlano in tv, litigano, ridono, sbraitano, scalciano, offendono, si indignano...
Ci sono sempre, insomma.
Chi sono?
Presentatori?
Ballerine?
Cantanti?
Show-girl?
Intrattenitori?
No.
Politici.
Parlamentari, ministri... cose così, insomma.
Presenzialisti, tirati, sorridenti... sfoggiano la loro arroganza con una nonchalance degna di un nobile del '700.
Ne abbiamo avuto una corte piena negli ultimi anni, di questi personaggi. Squallidi teatranti di una prosa leggera e stucchevole, sempre pronti a farsi inquadrare da qualsiasi telecamera e a opinionare su tutto e su tutti, a patto che non si trattasse di qualcosa che riguardava il loro "lavoro".
Nani e ballerine di regime, truccati fino all'inverosimile per somigliare al Grande Capo Comunicatore.
Personaggi squallidi che vi siete sorbiti per anni e anni, magari ridendo anche alle loro tristi e scontate battute.
Dove sono ora?
Che fine hanno fatto?
Possibile che siano spariti?
Dove si sono rintanati gli insultatori di professione, con quelle facce da facoceri e gli occhi iniettati di sangue?
Ministri.
Gente con responsabilità enormi e cervelli da capocchia di spillo.
Pagliacci colorati messi là per fare audience e sputtanare sempre di più un paese comunque degno delle loro comparsate.
Dove siete finiti, cari (ex) ministri e compagnia bella? Il baraccone non può andare avanti al completo se non fate almeno un'altra bella comparsata.
Una delle vostre, una di quelle che vi piacciono tanto. Una di quelle che vi fanno sentire forti, grandi, potenti... intoccabili.
Tornate, su... alla fine mi sa che non si lamenterà nessuno.
Nessuno.

 


giovedì 12 aprile 2012

LE VERE RIVOLUZIONI

Siamo una razza di illusi e di falsi convinti. Certi di saper tamponare ogni falla, di sapersi ribellare e sconfiggere il potere che noi stessi abbiamo creato. Si parla di rivoluzioni, di barriere da abbattere, di mondo da cambiare, da migliorare, da peggiorare.
E si parla anche di non cambiarlo, questo mondo. Si parla di conservazione, continuità... insomma, si parla di tutto, convinti di poter domare questo cavallo su cui siamo in sella da migliaia di anni.
Persone fuggono verso le montagne
Ma la vera rivoluzione, quando vuole, la fa la natura. E quando la fa... sono cazzi amari.
Leggo che nelle zone dell'Indonesia, Thailandia, Sumatra, già devastate dallo tsunami di alcuni anni fa, la paura è tornata. La terra trema, il mare si ritira... e c'è il terrore di un nuovo disastro.
Di una nuova rivoluzione.
Spietata come chi sa fare veramente la rivoluzione riesce a fare.
E allora non ci sono spread che tengano, né borse, né meschini giochi di potere.
C'è solo la paura, come quella che stanno provando migliaia di persone in questo momento. Il terrore che la natura possa prendersela con loro e nemmeno lo sanno perché.
Ah già, ma qua siamo lontani, dopotutto. Lo spread è salvo, la borsa pure. Anzi... serviranno anche questi se ce ne sarà bisogno. Le compagnie telefoniche sono già pronte a farci dimostrare tutta la nostra bontà. Sotto sotto, temo, hanno già pronto un numero per farci donare 1 euro.
Anche la letizia e la bontà, dopotutto, hanno il loro prezzo.
C'è solo da sperare che stavolta non ve ne sia bisogno. Siete buoni lo stesso... spero che la natura se ne accorga e non si accanisca contro chi ha già da lottare per vivere giorno dopo giorno.



mercoledì 11 aprile 2012

DIAVOLI IN TERRA

"I gay si prostituiscono e sono destinati all'inferno".
Il vescovo Juan Antonio Reig Pla
Parola di Juan Antonio Reig Pla, arcivescovo di Alcalà de Henares, Madrid.
Ecco... io lo so che non dovrei cascarci, che non dovrei commentare in alcun modo parole come queste, che non dovrei avvelenarmi il sangue, trovandomi di fronte a dichiarazioni come queste, fatte poi, da gente che si veste come gli stregoni del Signore degli Anelli.
Non dovrei.
Non devo.
Ma è più forte di me, anche se non serve a un cazzo.
Il simpatico vescovo spagnolo si è lanciato in una crociata (ah, quanto piacciono le crociate a questi qua... quanto vorrebbero riprendere in mano lo spadone con l'elsa a forma di croce per difendere con il sangue e la violenza la sacra parola di bontà e amore per cui il loro principale è sceso in terra) contro gli omosessuali (associati automaticamente alla prostituzione) e, già che c'era, un colpo di spada lo ha lanciato pure contro le donne che, scegliendo di abortire "distruggono se stesse". Et voilà. Così... senza distinzioni, senza umanità. Un calderone dove ci va di tutto. Come sono abituati a fare costoro.
Il simpatico prelato continua dicendo che i gay sono "persone che fin da piccole pensano di essere attratte dagli individui dello stesso sesso e, a volte, per comprovarlo si prostituiscono o frequentano club" assicurando che finiranno così all'inferno.
Chissà chi ha informato il tizio vestito strano dell'esistenza di questi club: forse qualche suo parrocchiano? Forse qualche novizio? Forse qualche pretino?
Ma no, non siamo maliziosi... questi ci regalano la parola di Dio, perché rovinarla con sporchi commenti che niente hanno a che vedere con la rigorosa e amorevole morale cattolica e dei suoi degni rappresentanti?
Dopotutto loro l'inferno lo conoscono bene. Ci sguazzano da mattino a sera. Da sera a notte. Da notte a mattino.
E' l'inferno che hanno fatto vivere per un paio di millenni a chi ha avuto l'ardire di non pensarla come loro.
E che oggi usano come spauracchio per quelle persone che osano contravvenire i sani principi di santa madre chiesa.
Che, come si sa, se ne sta ben lontana da diavoli e omosessuali.
E buon per loro.


domenica 8 aprile 2012

CARO LEGHISTA...

Caro leghista,
tu che da anni segui il nobile e fiero movimento che affonda le sue radici in Alberto da Giussano, nelle lotte dai rumori ferrati che le schiere della Lega Lombarda intraprendevano contro l'invasore; tu che hai bevuto l'acqua dalla sacra ampolla riempita alla sorgente del Po', tu che ti fidi ciecamente della parola del tuo capo Bossi, tu che da anni vuoi rimandare i terroni a casa loro, gli zingari a casa loro, i neri a casa loro, i gialli a casa loro e persino i "rossi" a casa loro (magari un bel lager, questa casa), tu che hai cantato Va' Pensiero immaginando di indossare quelle ali dorate, tu che hai appoggiato il più deleterio governo che abbia sconquassato questo sciagurato paese, tu che nel nome del federalismo hai indossato la tua camicia verde e hai inneggiato alla libertà e indipendenza del nord, tu che ce l'hai duro sempre e comunque, tu che ti sei abbeverato del populismo più bieco e gretto, tu che hai gli occhi solo per guardare il tuo orticello senza pensare che senza gli orticelli degli altri il tuo non vale granchè, tu che ti senti superiore perché vedi sulla carta geografica che casa tua è "sopra" quella degli altri (questa poi te la spiego magari con calma eh? Non pretendo tu capisca al volo), tu che hai urlato contro Roma ladrona, tu che... tu che hai fatto questo e molto altro in nome della (tua) (presunta) libertà... ecco... tu che ora sei lì a grugnare contro i complotti che hanno fatto dimettere il tuo Capo, tu che hai accettato un Trota mantenuto con i soldi pubblici... ecco... vorrei sapere che pensi, ora, di tutto quanto sta accadendo ai tuoi padroni.
I tuoi padroni... che hanno preso per il culo prima te, poi anche tutti quelli che non la pensano come te.
Tieniteli i tuoi padroni... anzi, cercatene altri, se vuoi. Tanto c'è chi ha sempre bisogno di padroni... ma soprattutto di qualcuno che lo prende per il culo.
Tieniti trote, girini e quant'altro venuto fuori dalla famiglia regnante.
Tieniteli.
Però... vedi un po' se restituiscono un pochino di soldi eh?
Ah già... ma loro non li hanno presi, è vero. E' il solito complotto comunista.
Tranquillo... ne verranno altri.


venerdì 6 aprile 2012

AQUILA SENZ'ALI

I terremoti sono eventi naturali, tanto spietati quanto imprevedibili. Non si possono fermare, si possono, al limite, contenere. Si può lavorare sulle strutture, sui modi di costruire, ci si può affidare alle tecniche moderne per cercare di limitare i danni.
Ma non si possono fermare.
Come non si poteva fermare quel tremendo terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo e il suo bellissimo capoluogo tre anni fa.
Quel 6 aprile in cui L'Aquila e il territorio circostante sono stati devastati dalla terra che tremava.
Non si poteva fermare il terremoto.
Si poteva, però, ricostruire.
Dove sono Bertolaso e Berlusconi?
Dov'è il simpatico ex premier, che in quei giorni dispensava lacrime, sfoggiava elmi da pompiere, rassicurava i poveri senza tetto, sparava promesse a raffica?
Con quel suo "stile" falso e retorico, con quei sorrisi finti e tirati, con quelle parole con il naso lungo.
Dov'è finito il grande manovratore del paese? Qualcuno gli ha ricordato che L'Aquila è ancora lì, ferita, umiliata, distrutta due volte? La prima dalla furia della natura, la seconda dalla falsità di chi doveva provvedere.
Dov'è finito il buon cuore dei bravi italiani? Qualcuno ha mai pensato, magari, di scambiare una settimana di vacanza in resort 5 stelle con una settimana di lavoro a spazzar macerie? Oppure basta farsi vedere con le dita impegnate a digitare sms di solidarietà, tanto per lavarsi la coscienza e poter dire: "io il mio l'ho fatto!"?
L'Aquila è ferita, L'Aquila è senza ali... e chi allora rideva, continua a farlo.
Sulle macerie e sulla sofferenza.
Ma con la coscienza a posto.


mercoledì 4 aprile 2012

PRONIPOTI DEI FIORI

Mettete i fiori nei vostri cannoni.
Uno dei più famosi slogan pacifisti, nato in quegli anni '60 così pieni di vita, di colore, di voglia di cambiamento. Di speranze. Di sorriso. Di musica. Di voglia di libertà.
Così pieni di ingenuità, poi sfociata in falsità, in opportunismo. Meravigliose sensazioni divenute poi la sublimazione del detto: "se non puoi batterti unisciti a loro".
Nostalgie di un'epoca non vissuta ma soltanto sognata, immaginata, sperata. Sfiorata.
Mettete i fiori nei vostri cannoni.
Il rifiuto della guerra, della violenza, della crudeltà del mondo capitalista.
E oggi?
Quali fiori e quali cannoni dovrebbero essere riempiti?
Sì, certo... i cannoni ci sono ancora, ci sono le armi, ci sono le guerre...
Ma sono strumenti desueti, lo stanno capendo anche quei pagliacci tutti d'un pezzo a 5 stellette.
Oggi i cannoni andrebbero messi nelle borse valori. Negli inganni dell'economia virtuale. Nelle false promesse degli istituti bancari.
Mettete i fiori nei mutui.
Mettete i fiori nei conti correnti.
Mettete i fiori nei certificati del tesoro.
Mettete i fiori negli indici di borsa.
Mettete i fiori nei mercati.
Insomma... metteteli questi fiori... se son fiori saranno sempre più gradevoli della merda che ci propinano ogni giorno. Ma... ah già... ma voi in questa merda ci sguazzate a meraviglia. Dopotutto è quello che volete. Volete i mutui, i conti correnti, i certificati bancari, volete guadagnare in borsa, seguire i mercati. Volete questo.. volete il denaro, il potere... volete tutto ciò che criticate. Che invidiate solo perché non avete. Ma che vorreste avere.
Questo volete.
E per questo siete piccoli.
Come il petalo di un fiore.
Ma non altrettanto belli.
E nemmeno altrettanto profumati.